Geologia

E’ proprio la relativa marginalità rispetto al Gruppo montuoso di appartenenza che contribuisce a farne una valle interessante e diversa.

Se da un lato, infatti, la sua collocazione geografica ne ha limitato la frequentazione e la “promozione”, dall’altro è la causa prima di fenomeni e situazioni che in Algone trovano manifestazione. La valle si trova infatti a ridosso della grande Faglia delle Giudicarie, disturbo tettonico di sensibili proporzioni che mette a contatto, in uno spazio attiguo, tipologie litologiche e morfologie nettamente diverse. La disposizione prevalentemente nord-sud della Faglia divide da una parte, ad est, il gruppo di Brenta, costituito di rocce sedimentarie, in prevalenza calcari e dolomie. E, dall’altra parte, il Gruppo dell’Adamello-Presanella, ad ovest, formato da roccia vulcanico-intrusiva, in particolare tonalite. Ne consegue che in pochi chilometri si trovano le morfologie tipiche dell’ambiente dolomitico, dominato dalla verticalità dei bastioni, dalla stratificazione delle bancate, dalla spettacolarità di forme a guglia e campanile; e quelle del mondo granitico, più dolci se vogliamo, dominate dalla presenza costante dell’acqua, sotto forma di corsi impetuosi, laghi, cascate e, dove la quota lo consente, ghiacciai di vaste dimensioni. In Adamello-Presanella riscontriamo infatt ila seconda area glacializzata d’Italia, dopo l’Ortles Cevedale e prima del Monte Bianco ed il più vasto ghiacciaio delle Alpi Italiane, l’Adamello-Mandron, la cui superficie supera i 15 kmq.
La Val d’Algone subisce e manifesta con evidenza questa sua vicinanza alla Faglia delle Giudicarie. E’ infatti essa stessa impostata su una faglia parallela, di minori dimensioni, ma sempre diretta prevalentemente Sud-Nord, denominata “Linea del Doss dei Sabioni”. Lo sconvolgimento tettonico generato dai movimenti della faglia principale ha messo a nudo in questa valle il basamento cristallino, sul quale nel corso delle ere geologiche si e costruito il gruppo sedimentario di Brenta. Succede cosi che in Val d’Algone è possibile riscontrare gran parte della successione geologica, dal Paleozoico fino alle epoche più recenti. La valle manifesta maggiormente questa successione nella sua parte destra idrografica, mentre nel suo fianco sinistro è più evidente la successione sedimentaria, in particolare di dolomia e calcari. Semplificando i risultati dell’orogenesi, il Gruppo di Brenta può essere considerato una sorta di grande piega anticlinale. Gli agenti esogeni hanno poi messo a nudo nel corso dei tempi le rocce del nucleo innalzato. Ne è risultato che la parte centrale,  quella per intenderci della Cima Tosa, del Crozzon di Brenta, del Campanil Basso, è costituita da dolomia principale, più antica dei calcari retici e giurassici formanti le catene marginali, quali appunto quelle di Val d’Algone. La morfologia della Val d’Algone è quella abbastanza tipica delle valli dolomitiche. All’impostazione tettonica ha fatto seguito un’imponente azione modellatrice dei ghiacciai. Evidente, oltre che nel profilo, nella parte alta della valle dove sono presenti nitidi circhi e soglie glaciali (i circhi sono localmente conosciuti con il toponimo “buse”). Successivamente, si è esplicata l’azione erosiva delle acque, ben evidente nella parte bassa della valle, dove appaiono numerose “marmitte dei giganti”. Oggi i fenomeni sono per lo più di carattere periglaciale, connessi cioè al ciclo gelo-disgelo. La rete idrica superficiale è pressocché inesistente, come quasi ovunque su rocce permeabili, fatto salvo il Rio d’Algone, in verità assai modesto, salvo in occasione di intense perturbazioni. Ben sviluppato è invece il reticolo ipogeo, che manifesta tra l’altro una rilevante grotta – la Grotta del Camoscio – nella parte superiore della Cima del Vallon. In quota permangono piccoli ghiacciai di circo (conosciuti localmente con il toponimo “Vedrette”), relitti degli imponenti apparati che hanno modellato la valle. La Cima più elevata della Val d ‘Algone è quella del Vallon, alta circa 3 mila metri (2968)